giovedì 27 febbraio 2014

Fermi con le mani

Siamo qui riuniti, nuovamente, perchè " quando sono felice, esco".
Infatti sto a casa sul letto, a cercare di tenere a freno il batticuore. Poi me ce bevo un caffè sopra e rendo vano il lavoro.
Praticamente pare che inizierò quanto prima la mia terapia d'urto, che ancora, dopo 25 anni, non so bene cosa sia.
Per carità, nei miei pensieri sono la più forte guerrigliera del mondo, una a cui le donne dell'esercito israeliano spicciano casa.
Immagino spade, pugnali, bombe a mano e io felice col mio sorriso di sfida.
Poi nella realtà le spade so quelle che me faccio nei vicoli bui.
Sono talmente agitata che rido, tremo, canto e guardo il soffitto come Verdone.
Sicuramente iniziare subito a farci l'abitudine sarà positivo; sicuramente farò una bellissima figura nel mio tailleur di finti sorrisi e battute forzate. Ma poi quando diventa buio e "la memoria è già dolore", da cosa mi maschero?
Anzi. Contro chi lotto?
Contro di me.
Sono sempre la mia nemica preferita. Quella che non mi tradirebbe mai e non mi farebbe mai un favore.

A proposito di favori, mi chiedevo.
Non è possibile, tipo, porre fine alla mia agonia emotiva? Darci un taglio netto a suon di sticazzi?
Non è possibile tipo cancellare del tutto quello a cui non voglio pensare?
Alla fine è la mia testa che mi tiene prigioniera. Nonostante abiti con me H24.

E non venitemi a dire per favore che "volere è potere" e cazzi vari.
NON È VERO.
Gli occhi fanno quello che devono, la memoria che te lo dico a fa, per non parlà del cuore, che appena può,  prende e ti pugnala alle spalle.

Aridateme almeno le mani ferme, che non tremano e non tradiscono il mio do-lo-re.

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