Si stava meglio quando si stava stronzi

Non essendo particolarmente legata al buongusto e non avendo vincoli di sorta, inizio il blog con la mia solita verve.
Invidio costantemente gli stronzi, quelli che, per capirci, se hai un appuntamento con loro, arrivano con 48 minuti di ritardo, profumati, intenti a cambiare il loro stato di Facebook con "Bella seratinaaa", mentre tu sei li che ti struggi, convinta di aver sbagliato posto e soprattutto parcheggio (ed hai i capelli di Caparezza dopo la doccia).
Invidio gli stronzi, quelli che, mentre tu attendi un loro messaggio, sono lì a farsi foto allo specchio del bagno, incuranti anche della carta igienica che spunta, palesemente, alle loro spalle.
Invidio gli stronzi, quelli che mentre tu stai parcheggiando (ed hai lo stesso umore del Pelide Achille), si sbracciano facendo chiari gesti di sdegno ed urlando frasi che vanno dal "Le femmine devono restà a casa!" a "La patente te l'ha data Bocelli???".
Invidio gli stronzi, ossia quelli che ti passano avanti mentre fai la fila dal macellaio, e lo fanno con la stessa nonchalance con cui si farebbero le sopracciglia ad ali di gabbiano.
Invidio quindi molto gli stronzi, quelli che, per capirci, ti ignorano. Ti ignorano se tu li saluti, se tu gli commenti un tweet, se li chiami. Ti ignorano senza malizia, perché, appunto, sono stronzi.
Invidio gli stronzi, perché gli stronzi vanno avanti.
Gli stronzi non si curano di te, vivono bene, senza patemi d'animo, con le loro sopracciglia ad ali di gabbiano,  ed il loro i-phone pagato 37 euro, perché rubato (da terzi!) che "Tanto che me frega a me, mica l'ho rubato io!".
Invidio gli stronzi e le stronze, perché loro se si innamorano lo fanno part-time. E se si lasciano, lo fanno lo stesso part-time. E dopo essersi ri-fidanzati/e, ti richiamano e ti dicono il fatidico "Come stai?".
Invidio gli stronzi anche perché gli stronzi cadono sempre in piedi.

Forse solo per una cosa non invidio gli stronzi: per l'anima.
La loro anima è colma di stronzaggine e dentro, non c'entra nient'altro.