giovedì 7 agosto 2014

A gambe aperte

È tardi ma è presto se tu te ne vai.
L'ha detto Gino Paoli una notte in cui è stato come volare. L'ha detto lui, mica Icaro che ha fatto 'na finaccia.
Ed effettivamente è sempre troppo presto quando te ne vai, anche se ci ignoriamo, anche se diventi blu ad un mio "grazie", anche se abbassiamo la testa per non parlarci.
L'hai voluto tu, non io.
Io volevo te, ma non te con lei.
 Volevo te da solo.
Mi pregano di smetterla perchè è passato tanto tempo, ma il tempo passa veloce solo per le falene, non per noi.
E poi pare facile smetterla quando il cuore ti arriva in gola come una giostra, e poi se ne va giù giù come un sub.
Sembra una favola senza lieto fine, senza manco un vaffanculo urlato a te che scappi, senza manco un'occhiata di traverso.
Non riesco ad odiarti, ma ti voglio far pesare la mia presenza.
L'unico modo per evitarmi è andare via.
L'unico modo per evitarti è andare a letto alle 22 di una sera d'estate in cui il mondo ti crolla addosso travestito da gonna lunga arancione e capelli più chiari dei miei.
Cos' ha lei che io non ho?
Lei ha la sfida che io non t'ho permesso di vivere, l'instabilità che non ho, l'incoerenza.
E forse le gambe aperte più di me.

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